Questa intervista è stata precedentemente pubblicata su Toh! n 23
Casey Spooner è l’artista poliedrico che con la sua band ha rivoluzionato l’electroclash del nuovo millennio.
Sounds Good, Looks Good, Feels Good Too cantavano i Fischerspooner in Emerge, dando il via al fenomeno newyorkese dell’electroclash nel 2001. Fortunatamente la band, formata da Casey Spooner e Warren Fischer, non è rimasta intrappolata in un clichè ma si è evoluta e plasmata, grazie soprattutto alla poliedricità artistica di Casey, perché, non c’è altro modo per definire quest’uomo, se non chiamandolo artista.
Tre album, diverse tournée teatrali come membro della compagnia Wooster Group, un libro ed una decade dopo Casey Spooner è una persona diversa che ha accantonato glam & glitter per intraprendere un percorso edonista, che lo ha portato verso un forte cambiamento fisico e ad una presa di coscienza personale, dettata dalla fine di una lunga relazione.
Oggi Casey Spooner è consapevole di chi è e di cosa vuole fare. La nuova “era” dei Fischerspooner, come lui ama definirla, si chiama Egos ed è composta da un libro fotografico (in uscita per Damiani il prossimo 27 novembre) e da un album che porta lo stesso titolo, ma con una data di pubblicazione ancora da decidere.
Abbiamo passato un pomeriggio a Brooklyn con Casey Spooner lo scorso settembre, e ci siamo fatti raccontare tutto su questa nuova ed eccitante era.
Seguo i Fischerspooner sin dai primi esordi nell’era electroclash e conosco bene le tue abilità di performer camaleontico, quindi sono curioso di sapere cosa aspettarmi da questa nuova era “egocentrica”…
Il nuovo lavoro si occupa di desiderio, lussuria, narcisismo, relazioni, amore e perdita. L’ultimo è stato un periodo complicato ed avventuroso della mia vita personale. Viviamo in un’era iper-sessuale, dominata dall’immagine e la mia esperienza è il riflesso di questo cambiamento culturale. Viviamo nuove emozioni che sono generate da tutti questi nuovi modi d’interagire e di connettersi con le persone. Sto condividendo nuove narrazioni ampliando il regno del romanticismo e della lussuria. E’ qualcosa di aggressivo e non eteronormativo.
Parlando di metamorfosi il tuo corpo, così come il tuo look, sono cambiati, li hai plasmati per questo progetto diventando atletico e muscoloso, assecondando il mood del libro e del disco, come hai maturato questa decisione?
Sono successe molte cose che hanno influenzato il mio pensiero, verso il mio corpo e la mia immagine. Fischerspooner ha sempre abbracciato e contemporaneamente respinto i cliché d’intrattenimento popolari. Oggi la principale fonte d’intrattenimento sono i social media che non sono più secondari a teatro, cinema, stampa, televisione o radio.
Le persone creano e diffondono immagini iper-sessuali di loro stessi.
La nudità è la valuta del presente, così ho deciso di partecipare a questa nuova economia. Anche dopo aver pubblicato il libro dei Fischerspooner “New Truth” (Damiani, 2014 ndr), ho notato che le immagini più indelebili erano quelle con il minor numero di capi d’abbigliamento o dove i costumi risultavano più semplici. Quando l’abbigliamento viene tolto dall’equazione è molto più facile creare immagini senza tempo. Attingi immediatamente dentro una lunga tradizione d’immagini che si estende su tutta la storia. Inoltre il look avant-pop d’alto livello che abbiamo divulgato negli anni 00 oggi è considerato mainstream. Certamente mi piacciono le immagini estreme ed i personaggi selvaggi, ma avevo bisogno di trovare un modo per ricominciare, che sembrasse fresco piuttosto che uno status quo.
New Truth è un libro molto ricco, quasi un feticcio per i vostri fan, cosa lo differenzia da Egos, mi spieghi il progetto dal tuo punto di vista? Le immagini che lo compongono sono tutte nuove o anche in questo caso c’è del repertorio?
Il nuovo libro EGOS è diviso in due capitoli. Una parte documenta lo sviluppo di questo personaggio che ho adattato su me stesso, l’altra è un dramma cinematografico ritratto in un ambiente domestico. Questo libro è un mood board nonchè un preludio a quel che accadrà. Non è l’idea finale di questo periodo, ma è il suo inizio. Per me è come se fosse uno strumento per sviluppare idee messo a disposizione dei creativi. Noi continuiamo a perfezionarci, ad espandere i nostri orizzonti e siamo pesantemente coinvolti in diversi aspetti della produzione creativa: film, foto, graphic design, vestiti, teatro… E utilizziamo sempre delle guide allo stile, come questo libro, per referenza. Questo è un modo nuovo per dare, sia al mostro team creativo che a tutto il mondo, un punto di partenza. Ripeto, è un’idea di partenza non un punto d’arrivo.
Seguo il tuo profilo Instagram e sono curioso di sapere come mai l’estate scorsa hai marchiato qualsiasi post con l’hashtag #bestsummerever. Cosa ha reso l’estate 2015 così speciale per Casey Spooner?
Personalmente ho avuto un anno emotivamente impegnativo, così ho deciso di gettare la prudenza al vento concedendomi la più bella estate che mi potessi immaginare. Dovevo lasciarmi andare per guarire. Il mio lavoro spesso sfuma nella mia vita reale, e questo funziona meglio quando qualcosa è molto personale ma allo stesso tempo è universale. Ho fatto della mia estate uno show pazzesco coinvolgendo tutte le persone intorno a me, chiedendo loro di lasciar libera ogni fantasia per far si che fosse l’estate più bella di sempre. Così alla fine è diventata una grande esperienza che tutti possiamo condividere prendendoci anche un po’ in giro.
Durante lo shooting mi hai detto che consideri il nuovo lavoro Egos lo “slutty-album” dei Fischerspooner. Cosa ti ha guidato verso questa direzione e perché pensi questo sia il momento giusto per esplorare la sessualità scavando nella gay-life della scena hi-energy?
Perché è proprio quello che stava succedendo nella vita. Sono stato più sessuale, più avventuroso e anche più romantico. Voglio fare un lavoro che rifletta le esperienze che molte persone stanno avendo. Il mondo è più aperto oggi e stanno accadendo molte cose nuove che non sono mai state raccontate. Voglio espandere la narrativa in un modo bello o intelligente, perché raccontare storie convalida e libera la gente, ci aiuta a capire che non siamo soli e che tutti condividiamo sentimenti simili. Sentimenti che non sono rappresentati nel campo dell’intrattenimento mainstream. Respingo l’omologazione dell’omossessualità nella cultura mainstream. Non voglio che donne bionde raccontino la mia storia. Io sono un uomo gay adulto del 21°secolo che vuole raccontare la sua storia sia per me stesso che per gli altri outsider che vogliono invertire il sistema. Cerco diversi tipi di libertà, di potere e di bellezza.
Sono curioso di sapere se ora che hai un forte look maschile, sei diventato dipendente dalla palestra e come ci si sente ad essere parte di questo immaginario gay più mainstream?
Non sarò mai un gay mainstream… non importa quanto duramente ci posso provare, ma semplicemente non è nella mia sensibilità. Non è nelle mie orecchie o negli occhi. Sono sempre stato attratto dalla mascolinità nell’arte classica. Mi piace quanto può questo possa essere comunicato con informazioni minime. Il corpo nello spazio può dire tanto, è il linguaggio più semplice e potente che trascende ogni cultura e tempo. Ma per rispondere alla tua domanda sì… sono diventato un tossicodipendente di fitness. Amo endorfine e testosterone.
Hai raggiunto nuove tipologie di ammiratori con il tuo nuovo corpo?
Sì. E ‘stato emozionante potermi connettere al mio corpo in un modo nuovo. Atleticamente e sessualmente. Sono un performer quindi sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli: esplorare il mio corpo e come possa diventare uno strumento migliore per comunicare e articolare le idee. Mi piace spingermi all’estremo e trasformare me stesso. In passato l’ho fatto con capelli, trucco e guardaroba, oggi sono fitness estremo e nutrizione. Ma più che il mio aspetto… mi piace sentirmi forte e potente.
Ti ho visto dal vivo più volte, tra cui il mitico concerto al London Royal Festival Hall nel 2002 ed il Capodanno 2010 all’Irving Plaza a New York. Hai già delle idee o un concept per il nuovo spettacolo?
Siamo nel processo di sviluppo del nuovo spettacolo proprio ora. Ho un sacco di idee ambiziose e folli ma non mi è ancora chiaro come sarà il montaggio finale. Sto pensando di tornare a testare la mia resistenza con performance in gallerie d’arte. Mi piace l’idea d’essere in grado di manipolare realmente il tempo e lo spazio per perdersi in uno stato di euforia totale. Ma nel 2016 faremo concerti anche più tradizionali!
Quando eri un bambino chi era appeso sul muro della tua cameretta?
Christie Brinkley con un costume da bagno Norma Kamali asimmetrico.
Chi è stato il tuo primo colpo di fulmine gay? …e l’ultimo?
Don Johnson in Miami Vice è stato il mio amore …mentre Paddy O’Brian è lo stallone dei miei sogni odierni.
Credit: Photography by Jason Rodgers
Styled by Andy Salmen
Grooming by Robert Mefford